ARGENTARIO, LA DOLCE VITA NEL PROMONTORIO DEI RE TURISMO BLASONATO DA BEATRICE D’OLANDA A COSTANTINO DI GRECIA

Ogni estate all’Argentario riaffiora l’illusione di rivivere gli anni ’60: ruggenti per sempre almeno nei ricordi. In questo scorcio di 2014 c’è Anna Kanakis, vengono fotografati i topless di Caterina Balivo e Flavia Vento, si scambiano tenerezze gli innamorati Beatrice Borromeo e Pierre Casiraghi; obbligo di dimora estiva, inossidabilmente, per Raffaella Carrà, Antonello Venditti e Renato Zero.
Se torniamo invece indietro di mezzo secolo, basta uno yacht immenso a riempire un porto e i cuori di ottimismo, “El-Mahrusa” attraccato a Porto Santo Stefano: è arrivato Faruk, deposto re d’Egitto e Sudan, con la sua corte dei miracoli e la giovane amante Irma Capece Minutolo. Il sovrano in esilio celebra i fasti della decadenza con odalische e paparazzi, come in via Veneto, dove è facile incontrare Anita Ekberg, Ava Gardner, Sofia Loren, Gregory Peck, Marcello Mastroianni, Walter Chiari, Frank Sinatra. In quelle estati la Dolce Vita non esita a trasferirsi all’Argentario. Porto Ercole e Porto Santo Stefano, già affollati di nobiltà papalina con Corsini e Borghese padroni di casa, diventano il Promontorio dei Re.

Alcuni non regnanti come Faruk o Soraya, la principessa dagli occhi tristi ripudiata dallo scià, altri destinati da colpi di Stato e di democrazia a una staffetta temporale: Costantino di Grecia e il cognato Juan Carlos di Spagna. Ma all’Argentario sono i reali d’Olanda a alimentare il blasone turistico. Merito del principe Tinti Borghese, che valorizza una proprietà da lottizzare “regalando” per mille lire al metro quadro un vasto terreno alla regina Giuliana. Così dal 1965 la regina e il principe Bernardo trascorrono più di quaranta estati alla villa Elefante Felice. Tanti flash: senza scorta al mercatino di Porto Ercole, Bernardo in Ferrari con la pescivendola, le gite in barca con le quattro figlie e i nipoti fra cui Beatrice e Guglielmo che sarebbero poi saliti al trono e Friso scomparso in questi giorni.

Dalla parte opposta del promontorio, a Santa Liberata la marchesa Lily Gerini dà feste per nobili e stelle del cinema e Greta Garbo fa il bagno nuda in mare. A villa Gerini si incontrano lingue e dialetti, quello tra il il francese di Soraya e il romanesco del banchiere Osio è da antologia. “Vié, principessa, vié, famo un giro”, la invita lui a ballare. E lei, piccata: “Je suis pas vieille princesse!”.
In quello stesso 1965, in un’insenatura selvaggia accanto allo Sbarcatello, Michael Graham e Patsy Daszel coronano una love story da cinema inaugurando la villa “Il Pellicano”: neanche a dirlo, era stato il principe Borghese a mostrare il terreno all’aviatore inglese unico superstite di un incidente aereo in Africa a metà anni ’50 e all’affascinante dama del jet set americano, ex fidanzata di Clark Gable. Patsy da ragazzina aveva incollato sul diario l’articolo di giornale su Michael e come in una fiaba anni dopo conosce per caso il sopravvissuto durante un party a Pelican Point, in California. Quel pezzo di Argentario sospeso fra il mare e il cielo sembra proprio il luogo del primo incontro: e sarà subito business d’amore. Nella casa, in seguito trasformata in resort a cinque stelle, cominciano ad arrivare personaggi come Jacqueline Kennedy, Charlie Chaplin, Britt Ekland, Henry Fonda, Gianni Agnelli, Emilio Pucci.

Passano gli anni, i fotografi corrono dietro alla minigonna di Ornella Vanoni e al gigantesco playboy maremmano Danilo Sabatini (“le sue corna mi facevano più ridere che soffrire”, racconterà lei), al King’s di Cala Galera l’assessore di Milano Walter Armanini ufficializza il fidanzamento con l’attrice Demetra “Valentina” Hampton lanciando piatti e bicchieri in mare. Alla stessa discoteca Luca Cordero di Montezemolo arriva con due amici in Vespa però qualche decennio dopo sul motoscafo indosserà i braccioli, prudente maestro di nuoto per la figlia.
Cosmo Milano, campione italiano e mondiale di nuoto in mare libero, guardava dalle sue finestre sopra il Bar Fuga quelli che mezzo secolo fa erano vip senza ancora chiamarsi così. Ma il maratoneta delle onde, classe 1939, custodisce soprattutto ricordi meno superficiali: “Quel boom turistico fu anche merito di amministratori pubblici e imprenditori privati. Nei dieci anni in cui fu sindaco Primo Wongher, con pochi aiuti venne ricostruito Porto Santo Stefano che era stato raso al suolo dagli americani.

Nel ’56 diventò sindaco Ettore Zolesi, giovane neolaureato carico di entusiasmo. Ispirandosi a Spoleto, inventò il Festival Monte Argentario: in scena arrivarono Calindri, Buazzelli, la Guarnieri e la Zoppelli, Scaccia, Peppino De Filippo, Modugno con Liolà. Lanciò il Premio giornalistico con Vasco Pratolini, Carlo Cassola e Michele Prisco in giuria. La gente poteva andare al cinema, ce n’era anche uno all’aperto: ricordo che nel 1963 Marco Vicario e Rossana Podestà (villa al Pozzarello, Ndr) presentarono in prima nazionale il film “La vergine di Norimberga”. Venivano progettati nuovi porti e insediamenti residenziali, premesse del turismo nautico e di seconde case che certamente ha suscitato grandi attese ma anche polemiche. Un periodo di slancio è stato poi il decennio di Susanna Agnelli, fra il ’74 e l’84: il lungomare, la pista ciclabile che non venne capita, la piscina, il poliambulatorio, la protezione civile antincendio con i Canadair”.

Argentario, la dolce vita nel promontorio dei re Turismo blasonato da Beatrice d’Olanda a Costantino di Grecia